La formazione per cambiare la testa della sanità: Italian EMS to the Future 2018
Il modello “io insegno – tu impari” si sta piano piano disgregando, sostituito sempre meglio da forme di apprendimento teorico e operativo più coinvolgenti e più efficaci. L’esempio che abbiamo potuto vedere e toccare con mano è l’evento Italian EMS to the Future 2018. Roma può porre le basi di un nuovo training esperienziale?
ROMA – Il sistema della formazione in emergenza sanitaria è un sistema che sta invecchiando sempre di più. E a farlo sembrare ancora più datato sono eventi che portano una ventata di freschezza e di entusiasmo nel training e nella condivisione delle esperienze. Quest’anno il punto di svolta nella formazione degli operatori di area critica lo ha fissato Italia Emergenza, centro di alta formazione sanitaria con sedi a Roma, Verona e Viterbo. Il gruppo ha realizzato nelle giornate dell’1 e 2 dicembre il meeting Italian EMS to the Future 2018.
Un appuntamento che ha riscosso grande successo fra gli operatori sanitari di ogni tipologia: medici, infermieri e soccorritori hanno partecipato attivamente ai training e alle lezioni tenute nel centro Congressi di Roma. I momenti di confronto sono stati di spessore, grazie a tanti relatori che potremmo definire meglio come trainer, allenatori che migliorano l’approccio psicologico e tecnico alle manovre invasive in emergenza. Parliamo di grandi “saggi” come Marco Vigna, storico responsabile del soccorso pre-ospedaliero di Bologna nonché membro – nel 1992 – della commissione che istituì il 118 in Italia. Oppure di medici attivi sul territorio come Emanuele Berlanda (ARES), o di specialisti che hanno grande attenzione alla formazione degli infermieri come Guglielmo Imbriaco (Ospedale Maggiore di Bologna). Ma vanno citati anche l’approccio al REBOA e alle emorragie non comprimibili spiegato dal dottor Andrea Paoli (118 Padova), l’applicazione della CPAP in pre-hospital spiegata dal dott. Giacomo Canova, gli scenari NBCR indagati dal Dott. Maurizio Soave o il futuro dell’ECLS raccontato dal dottor Mario Rugna del 118 di Firenze.
A fianco di tutto questo, il training con la collaborazione di Sofrapa: stazioni avanzate con controllo in tempo reale e nuove frontiere del feedback sono stati punti vincenti per far apprezzare quanto certi miglioramenti possano essere realizzati con davvero pochissimo sforzo legislativo, ma grandissimo beneficio per il paziente.
Molti professionisti si sono dati appuntamento a Roma proprio per capire quali saranno gli scenari futuri sia per la professione infermieristica che per la professione del soccorritore. Italia Emergenza ha costruito il primo meeting nazionale di un progetto che appare molto ampio: “Il gruppo Italia Emergenza – ci spiega Manuel Proietti, referente didattico e scientifico del centro di formazione – ha sempre avuto come prima regola aprire eventi che suscitassero interesse aprire eventi che suscitassero interesse verso i nostri colleghi. E’ stato molto bello percepire il ritorno di interesse e entusiasmo da tutti i partecipanti. Non solo in merito alla qualità delle stazioni pratiche o dei docenti, ma soprattutto rispetto al ritorno dei confronti e dei partecipanti che si raccontavano le proprie esperienze di lavoro in realtà e regioni diverse. Questo in particolare è stato l’obiettivo specifico dell’evento, condividere le best practice e riflettere su ciò che manca nel nostro contesto lavorativo”.
Fin da subito Italian EMS to the Future non è apparso come il classico convegno dove si parla e si ascolta. La collaborazione di diversi specialisti ha reso possibile un evento con molto training e molta pratica: perché questa linea di sviluppo?
“Volevamo provare un approccio svincolato dalla verticale docente studente, ma basato sulla trasversalità dell’esperienza, ancora più del ruolo o del titolo accademico, crediamo nel potenziamento professionale con l’addestramento. Il professionista 118 cresce quando passa attraverso la simulazione pratica accessibile per tutti e soprattutto continua”.
Infermieri, medici ma anche volontari: su quale professionista, domani, bisognerà insistere per avere una risposta migliore da ogni servizio del 118?
“In realtà con nessuno di questi, riteniamo indispensabile la costruzione di una figura professionale unica con percorso specifico e profilo unico. Nel nostro training BLS hands-only-CPR abbiamo avuto i risultati migliori dai volontari soccorritori. E nella stazione degli esami eco-FAST abbiamo messo un ecografo nelle mani degli infermieri, una cosa che in questi giorni, con gli ultimi accadimenti politici, sembra essere rivoluzionaria e invece è – e deve essere – la normalità. Dobbiamo anticipare i tempi ed essere pronti ad accogliere i cambiamenti richiesti dal macro-sistema salute, a livello nazionale”.