Santo Patrono del Volontariato? Le Misericordie lanciano l'idea di San Martino
San Martino Santo Patrono del Volontariato e della Solidarietà per tutta Italia:a lanciare la proposta la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia e CTG. Ad annunciarlo il Presidente Nazionale delle Misericordie Roberto Trucchi
Individuare San Martino quale Santo Patrono del Volontariato e della Solidarietà per tutta l’Italia. A proporlo questa mattina Roberto Trucchi Presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia con il sostegno del CTG (Centro Turistico Giovanile), in memoria della Sorella Maria Pia Bertolucci.
La notizia è stata data a Lucca all’interno del Duomo, intitolato proprio a San Martino, al termine del Meeting Nazionale per celebrare i 120 anni della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia.
Era questo, tra l’altro uno degli ultimi desideri di Maria Pia Bertolucci, la Sorella di Misericordia, scomparsa prematuramente lo scorso mese di febbraio, da sempre impegnata per la promozione del volontariato. La sua prematura scomparsa le ha impedito di portare a termine questo progetto. Per questo le Misericordie insieme a CTG vogliono impegnarsi perché il sogno diventi realtà, lanciando questa proposta con l’auspicio di avere l’adesione di altre associazioni di ispirazione cattolica al fine di chiedere alle Autorità Ecclesiastiche il riconoscimento di San Martino quale Santo Patrono. Anche l’Arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti ha accolto la richiesta impegnandosi a seguirla nelle successive fasi anche sulla base delle adesioni che sicuramente arriveranno.
Chi era San Martino, Vescovo di Tours?
Martino di Tours è stato vescovo, ma prima era un militare romano. Il suo compito primario nella guardia imperiale era effettuare le ronde l’ispezione dei posti di guardia. Durante una di queste ronde, si verificò l’episodio che tutti i cattolici conoscono, e che cambiò la vita a Martino. L’iconografia cristiana vuole che nel novembre del 335 dopo Cristo, Martino incontrò di notte un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, il legionario divise il suo mantello militare (chiamato clamide, fatto di un tessuto bianco, simbolo della guardia imperiale) e diede una parte al povero mendicante.
La notte seguente Martino sognò Gesù che indossava la metà della sua veste bianca. Secondo le scritture tramandate dalla chiesa Gesù disse agli angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Il termine latino medievale per “mantello corto”, cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di san Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all’oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella. Da qui derivò anche il termine cappa (famoso nel mondo dei romanzi “di Cappa e di Spada) con il quale si definisce oggi il classico mantello corto avvolgente, ovvero il tabarro.