Trasporti sanitari, sospeso il bando in Lombardia: una riflessione nasce spontanea
Nuova tappa nella vicenda dei servizi di trasporto secondari in ambulanza, finita sui giornali per le proteste delle cooperative locali.
MILANO – E’ stato temporaneamente sospeso il bando di assegnazione del servizio di trasporto sanitario con ambulanze e di trasporto sangue finito al centro delle polemiche lombarde poche settimane fa. Si tratta del bando indetto dalla ASST Rhodense che era stato pesantemente contestato dalle cooperative locali, le quali ritenevano incongruo il prezzo stabilito nella convenzione, con un potenziale vantaggio solo per le associazioni di volontariato. Il Corriere della Sera di Milano aveva rilanciato la notizia e oggi da di nuovo conto degli aggiornamenti, spiegando che la procedura dovrebbe essere nuovamente bandita con tariffe più elevate per chi offre il servizio.
Emergency Live aveva cercato di approfondire la tematica rivolgendosi ad AREU, che ha delineato uno scenario molto preciso sul futuro dei trasporti sanitari in tutta la regione. Uno scenario che non lascia spazio a dubbi e permetterà in futuro di migliorare un servizio e renderlo razionale su tutto il territorio gestito da AREU, integrando i servizi del NUE112 con le necessità dei trasporti cosiddetti “secondari” svolti per lo più da ONLUS e da Cooperative. Resteranno esclusi da ogni servizio i pedonaggi interni e i trasporti intra-opsedalieri.
Gli ospedali coinvolti dal bando della ASST Rhodense sono Policlinico, Mangiagalli, Niguarda, CTO, Gaetano Pini, Niguarda, Sacco, Besta, Fatebenefratelli, Melloni, Buzzi, Bollate, Cinisello, Sesto, Desio e Monza.
E’ probabile che la procedura di sospensione sia propedeutica ad una revisione degli standard imposti e dei prezzi correlati, affinché – con tariffe più elevate – sia maggiore la partecipazione al bando. Il bando della Rhodense è un bando da 10 milioni di euro totali, quindi un importo molto elevato che deve tenere conto di molte particolarità tecniche e di qualità del servizio.
RIFLESSIONE: LE PICCOLE REALTA’ ITALIANE POSSONO COMPETERE CON COLOSSI EUROPEI?
La nostra intervista ad AREU ha evidenziato infatti che il modello verso cui tende l’ente lombardo è proprio basato su principi programmabili in termini di tempistica, qualità del servizio, miglioramento e razionalizzazione della presenza sul territorio con tutte attività proposte.
Bisogna però allargare la visuale anche al settore operativo di chi compie questi servizi. I “secondari” sono diventati una delle voci di introito più importanti per tutte le associazioni ONLUS e per tutte le cooperative, mentre l’emergenza 118 sta diventando – per quantità di budget e di impegno richiesto – un’attività che è sempre più complicato fare tramite servizi non professionalizzati. Per questo motivo appare chiaro l’enorme interesse che suscitano questi bandi e questo progetto lombardo in tutto il paese: raggiungere una razionalizzazione regionale nella gestione dei servizi secondari aprirebbe le porte – su bandi da milioni di euro – anche ad operatori internazionali, che oggi dominano le scene europee in vari paesi.
Ci permettiamo – da giornale tecnico del settore – di non guardare il dito rappresentato dai volontari, ma di aprire la visuale alla luna rappresentata da player estremamente grandi e competitivi, che possono rappresentare si un grande cambiamento, ma anche una grande opportunità di sviluppo.
Infatti bisogna fare delle chiare distinzioni. Se per l’emergenza-urgenza ha senso porsi una questione di professionalità e professionalizzazione del servizio, è altresì importante fare un ragionamento simile sui trasporti sanitari non urgenti? Anche perché – oggi – questi ultimi vengono raramente svolti da infermieri, praticamente mai da medici.
Tutta la vicenda quindi solleva diversi dubbi interpretativi e pone diverse riflessioni che il mondo associativo, il mondo cooperativistico e il mondo professionale devono porsi per capire verso quale modello europeo l’Italia sta iniziando a muoversi.