Alpinismo estremo, l'Esercito Italiano apre la via più difficile al mondo (
Il progetto, realizzato il 26 novembre 2019 dall’arrampicatore di Courmayeur di origini polacche e puro cuore alpino, ha richiesto 4 anni di intensa dedizione per chiudere quella che viene proposta come la prima via di dry-tooling, totalmente naturale, su una difficoltà di D15+.
“Ade Integrale” risulta la via più difficile al mondo nel suo genere, priva di scavi artificiali per la realizzazione dei movimenti e salita in stile DTS, ovvero senza l’utilizzo della tecnica di Yaniro*
A rendere ulteriormente straordinaria la realizzazione dell’alpino del Reparto Attività Sportive del Centro Addestramento Alpino è sicuramente l’ambiente nel quale la via si sviluppa: una vasta grotta, alta venti metri, dall’ingresso modesto ma comodo, situato nella Gran Borna di La Thuile (AO).
Un progetto che ha richiesto diverse fasi di sviluppo e tante esplorazioni, delusioni e tentativi prima del successo. Pensato inizialmente per un’arrampicata classica, durissima ma non eccezionale, il primo tiro lungo 40 mt su 32 spit, si è presto rivelato perfetto per il dry-tooling. In quell’ambiente particolare e suggestivo quale altro nome se non “Ade” poteva rappresentare al meglio la lunghezza chiusa da Filip Babicz già il 13 maggio 2018.
Gli stimoli raccolti sul primo tratto, e forte del successo nella prima lunghezza, Filip ha esplorato il proseguimento della linea per gli ulteriori 30 metri di tetto, fino al punto più profondo della grotta. Questa seconda parte non poteva che essere chiamata “Erebo” (la parte più buia dell’Ade greco).
“Ade” ed “Erebo” in completo stile naturale, proprio dell’alpinismo in stile alpino, come scalare una cascata di ghiaccio dove l’applicazione di piccozze trova il suo senso naturale e richiede rispetto su ogni presa. Un concatenamento che ha portato alla realizzazione di “Ade Integrale” che dal punto più basso e buoi della grotta porta alla sommità più alta lungo una via emozionante, impegnativa e unica.