Politica e alluvione: condannato l’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi
5 anni per omicidio plurimo, disastro colposo plurimo e falso. Cade solo l’accusa di calunnia. Con lei condannati l’ex assessore Scidone e altri tecnici comunali.
GENOVA – Avere un ruolo politico di comando durante un evento disastroso come l’alluvione che ha colpito Genova nel 2011 ha i suoi risvolti penali, si è sempre detto ed è sempre stato chiaro. Ma oggi lo è ancor di più, dopo la condanna in primo grado che il giudice del tribunale di Genova ha comminato all’ex primo cittadino Marta Vincenzi, responsabile secondo la legge della sicurezza pubblica e della sanità pubblica anche e soprattutto durante gli eventi disastrosi come il terribile evento alluvionale del 2011, che ha causato 6 vittime.
Il PM Azzarà aveva chiesto per la prima cittadina sei anni e un mese, ma il reato di calunnia è caduto e quindi la sentenza è stata più lieve. Sono servite 7 ore di camera di consiglio per arrivare a giudizio, dopo oltre 4 anni di indagini e udienze.
4 anni e 9 mesi per l’ex assessore Francesco Scidone, ritenuto responsabile come Marta Vincenzi di omicidio plurimo, disastro colposo e falso ideologico. Condannato a 4 anni e 5 mesi Gianfranco Delponte, un anno e 4 mesi per Pierpaolo Cha, un anno per Sandro Gambelli, tutti ex dirigenti del Comune. Assolto l’ex coordinatore della protezione civile Roberto Gabutti, accusato solo di falso e calunnia.
“Non è finita, per fortuna in questo Paese ci sono tre gradi di giudizio. Faremo battaglia fino alla fine. L’accusa più infamante è quella di falso ideologico. Il giudice non si è convinto, spero che gli altri si siano convinti. Io mi considero innocente“, il primo commento di Marta Vincenzi.
“Questa sentenza ha dimostrato quello che avevamo sostenuto. Vogliamo giustizia, non vendetta”, ha detto Marco Costa, padre di Serena Costa, una delle sei vittime.
Vincenzi, Scidone, Delponte, Cha e Gambelli sono accusati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, falso per il verbale taroccato con il falso orario dell’esondazione del rio Fereggiano e il monitoraggio dato per fatto quando invece il volontario si trovava in un altro luogo.
Il giudice ha ordinato la trasmissione degli atti per indagare i testimoni per i quali il pm aveva ritenuto che avessero reso una falsa testimonianza durante il processo. Il giudice ha anche ordinato la trasmissione degli atti per l’ex capo della polizia municipale Roberto Mangiardi per indagarlo con l’accusa di cooperazione colposa in disastro e omicidio colposo.
Marta Vincenzi è arrivata in tribunale da sola, intorno alle 15.30. A difenderla l’avvocato Stefano Savi. In aula ad assistere c’erano anche i parenti delle sei vittime: Serena Costa, Shpresa, Janissa e Gioia Djala, Angela Chiaramonte ed Evelina Pietranera. Aula gremita.
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