REMOTE: I medici possono insegnare a costruire elicotteri migliori per salvare le vite delle persone?
Il congresso di Vergiate, nella sede di Leonardo Helicopters, ha messo insieme più di 600 specialisti dell’anestesia-rianimazione. Ecco perché la medicina applicata alla tecnologia può aiutare i colossi dell’aeronautica a costruire velivoli migliori, più sicuri, più efficienti, e più adeguati alle necessità di pazienti che devono essere salvati. Da qui nasce la collaborazione SIAARTI - Leonardo Helicopters.
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Elisoccorso come terapia intensiva mobile significa maggiore efficacia dei servizi medici, con nuovi standard di formazione per i medici anestesisti-rianimatori
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Oggi la produzione di elicotteri per HEMS nel mondo è vicina alla soglia del 50% di tutti gli elicotteri di aviazione civile. Solo Leonardo ha prodotto più di 600 elicotteri per 50 Paesi diversi, impiegati nelle azioni SAR e HEMS
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SIAARTI ha iniziato il processo di stesura delle linee guida per il mondo dell’elisoccorso, dal punto di vista clinico e dal punto di vista costruttivo per avere elicotteri standardizzati. Le linee guida saranno approvate nel 2019
VERGIATE (Varese) – Trovare la soluzione migliore per salvare vite umane nel minor tempo possibile, con le migliori tecnologie disponibili. L’intento del Congresso REMOTE, organizzato da SIAARTI e Leonardo Helicopters era chiarissimo. Il colpo d’occhio però sottolineava il motivo: 600 specialisti dell’emergenza-urgenza e della anestesia-rianimazione, ovvero i medici, gli infermieri e i tecnici di soccorso deputati alla effettuazione delle manovre salvavita, insieme dentro all’hangar più ricco di storia d’Italia per quanto riguarda la produzione di aerei ed elicotteri.
Troppi elicotteri diversi, poca attenzione alle richieste del sanitario
Già questo ha fatto capire bene il punto della questione: oggi nel mondo gli elicotteri sono macchine pensate per trasportare cose e persone, e ognuno ne adatta forma e tipologia alle diverse esigenze del proprio sistema. Ne è stato un esempio lampante l’esposizione di un AW189 da soccorso HEMS per il Giappone, un AW139 della Guardia Costiera Italiana, il nuovo AW169 per Babcock, il piccolo AW119 monomotore e il convertiplano AW609 per il soccorso speciale, all’interno dell’hangar di Vergiate dove Leonardo Helicopters (ex finmeccanica) produce i suoi velivoli. All’esterno invece l’HH139 dell’Aeronautica Militare faceva bella mostra delle sue attrezzature SAR, un NH-90 dell’Esercito Italiano poneva il sigillo ad una gamma di elicotteri che vengono – oggi – adattati a tutte le diverse esigenze dei servizi sanitari pre-opsedalieri o militari.
Quando, invece, si arriverà ad un velivolo pensato per l’HEMS, e non un HEMS pensato per un velivolo?
La risposta è arrivata dal congresso REMOTE che, grazie a SIAARTI e a Leonardo, ha messo attorno ad un tavolo tutte le maggiori società scientifiche dell’anestesia e rianimazione. Un settore che ogni giorno porta in volo centinaia di macchine (quasi la metà del mercato civile, oggi, è composto da mezzi per l’elisoccorso) non ha ancora linee guida internazionali per definire cosa devono fare gli elicotteri per favorire le operazioni di soccorso delle équipe sanitarie. E 600 professionisti si sono trovati attorno ai tavoli di discussione organizzati a Vergiate proprio per parlarne. “Trent’anni fa era impensabile vedere un’ecografia fuori dall’ospedale” ha spiegato in conferenza il responsabile del progetto per SIAARTI, il dott. Maurizio Menarini, direttore del dipartimento di Anestesia e Rianimazione al Maggiore di Bologna. “Oggi invece l’eco FAST viaggia insieme al medico del 118, agli infermieri di area critica.
Oggi pratiche mediche come l’ECMO stanno arrivando tranquillamente in extra-ospedaliero, e noi dobbiamo trovare il modo di definire quali pratiche servano sugli elisoccorso per garantire la massima capacità di intervento al team di soccorso. Non possiamo fare questi test con un metodo di trial (comparando cioè un caso in cui non si manda l’elicottero, con uno in cui l’elicottero viene mandato ndr) ma dobbiamo strutturare tutti insieme una proposta che sia valida e riconosciuta. Il paziente va soccorso con la maggiore qualità possibile il prima possibile. Oggi il medico deve poter anticipare quanto prima tutte le manovre necessarie alla sopravvivenza del paziente. Compressioni meccaniche, eco, intubazione, ecg… e poi deve essere centralizzato al meglio il paziente. Se quando il traumatizzato arriva in Pronto Soccorso entra in sala operatoria subito perché gli esami sono già stati fatti in loco o in volo, è meglio”.
Per far diventare però l’elisoccorso una terapia intensiva mobile che vola fin dal paziente per dargli il meglio delle cure mediche, bisogna che gli elicotteri siano pensati in un modo differente.
E qui entra in campo Leonardo, che mette a disposizione di SIAARTI il suo know-how e “la tavola bianca di progettazione”. Luca Tonini, VP Sales Manager di Leonardo, ha spiegato proprio questo: “Ringrazio Gian Piero Cutillo MD della Divisione Elicotteri di Leonardo Helicopters per aver creduto in questo progetto di ascolto dei medici. Noi ci occupiamo sempre del trasporto di qualcosa, ora invece stiamo trasformando l’elicottero in un concetto nuovo. Abbiamo coinvolto SIAARTI, AROOI EMAC, Soccorso Alpino, la Croce Rossa di Bologna che sta ospitando un simulatore di cabina dell’AW169 e non solo: entrerà presto l’università e ci muoveremo per costruire l’elicottero di domani affinché sia adeguato alle esigenze dei pazienti, persone comuni che devono essere salvate in tutto il mondo nello stesso modo. REMOTE non si ferma qui, è un evento mondiale che permette l’evoluzione dell’elicottero a livello di eccellenza mondiale. Oggi mettiamo insieme tutti gli esperti del pianeta perché è un punto di partenza, un’alleanza. Leonardo è un collante per questa rivoluzione, per questo elicottero che sarà costruito attorno al paziente. Come ingegneri possiamo tradurre sul foglio bianco quello che i medici ci spiegheranno essere fondamentale affinché l’elisoccorso possa assicurare la sopravvivenza dei pazienti fino all’arrivo in ospedale.
Un miglioramento, ma ottimizza i costi?
In un progetto così ampio, così internazionale e con un traguardo così ambizioso, vengono però in mente anche considerazioni di tipo economico e sociale. Soprattutto in un paese come l’Italia, alle prese con problemi economico finanziari non secondari. Quanto potrebbe costare mettere in piedi un elisoccorso così strutturato e avanzato? Quanto impatta, economicamente, lo sviluppo di una terapia intensiva mobile su ala rotante?
La risposta non è scontata, e se possiamo dare per fisso il costo dell’elicottero, a incidere sono i costi di attivazione, di formazione e di sviluppo di ciò che vi ruota attorno. “Ma il costo varia sulla base della qualità – spiega Menarini – e se si riesce a migliorare il sistema entro un certo range di prestazione, si avranno dei risparmi, perché l’ergonomia dei sistemi è fondamentale. Quando un dispositivo medico raggiunge uno sviluppo tale da poter essere utilizzato anche in extra-ospedaliero, si arriva ad una analisi costi-benefici. E’ accaduto per l’ECMO, per i ventilatori polmonari e accadrà anche per l’elicottero”.
Dall’altra parte questo tipo di progetti aiuta a ridurre enormemente i costi di progettazione degli elicotteri: “Sapendo dove vanno poste le maggiori attenzioni, sapendo come migliorare sicurezza e qualità, si migliora il lavoro sul ciclo vita del velivolo. Vibrazioni, strutture, range di utilizzo, sono parametri che vengono fissati in fase di progettazione e valgono per una generazione che dura 25, 30 anni. Per questo se riusciamo a fare modifiche e progetti strutturali, riduciamo i costi di certificazione e progettuali: Il supporto dei medici è fondamentale per darci un metodo e dare un’eredità importante, a disposizione di tutti”.
Se con coraggio, con ambizione e con virtù questo progetto continuerà e si amplierà, allora avremo davvero i primi protocolli medicali avanzati per l’elisoccorso, da applicare a livello internazionale e non solo in Italia.