Alluvione: A Casteldaccia non c'è il piano di Protezione Civile
L'alluvione fa una strage ma nessuno aveva idea di cosa andasse fatto con l'allerta rossa, perché Casteldaccia non ha inviato alla Protezione Civile il piano delle emergenze. Solo 46 comuni su 82 hanno realizzato e inviato al Dipartimento gli indispensabili strumenti per allertare i soccorritori.
Il Comune siciliano è stato sollecitato dal Dipartimento della Protezione Civile in data 9/05/2018 affinché venisse inviato e condiviso il piano per le maxi emergenze. Il piano non è mai stato inviato.
PALERMO – La Protezione Civile della Sicilia non ha ancora ricevuto alcun piano di gestione delle emergenze da parte del Comune di Casteldaccia. Ne ha dato conferma ad Emergency Live il dirigente del servizio Sicilia Nord-Occidentale Antonino Terrana. La domanda è stata posta dopo aver trovato online la richiesta urgente di invio del piano, fatta cinque mesi fa agli 82 comuni dell’area, fra cui anche quello di Casteldaccia dove nella notte del 3 novembre sono morte 9 persone affogate in una casa travolta dalla piena del torrente Milicia.
Ad oggi soltanto 46 comuni su 82 hanno un piano di protezione civile, uno strumento obbligatorio che tutte le amministrazioni devono avere dal 2012.
Il piano di Protezione Civile è quello strumento che, in caso di alluvioni, frane, incendi, smottamenti o altre catastrofi naturali, permette ai soccorritori di muoversi per tempo e ai cittadini di essere evacuati in caso di necessità. Si tratta – in estrema sintesi – di quelle operazioni che quando l’allerta meteo è arancione o rossa devono essere messe in atto per preservare l’incolumità dei cittadini. Se il Sindaco non fa quello che è scritto nel Piano di Protezione Civile rischia l’incriminazione per omicidio colposo o disastro colposo, come già successo al sindaco di Genova Marta Vincenzi, al sindaco di Livorno Filippo Nogarin e al sindaco di Parma Federico Pizzarotti, per restare ai casi più noti.
La comunicazione inviata dal dirigente generale del servizio S.09, area Sicilia Nord Occidentale, è stata ricevuta da tutti gli 82 comuni a maggio del 2018. Era chiesto di rispondere immediatamente con la redazione o l’aggiornamento dei piani di Protezione Civile comunali e intercomunali per il rischio idrogeologico, incendi, vulcanico, sismico, industriale e ondate di calore. Poco più della metà dei comuni ha ottemperato alla richiesta che – lo ribadiamo – non era fatta per produrre inutili scartoffie ma per dare ai soccorritori precise linee guida operative in caso di emergenza arancione o rossa.
Nella comunicazione era specificato che i Sindaci, nella qualità di autorità territoriali di protezione civile, sono i responsabili dell’adozione e dell’attuazione dei piani di emergenza comunali, con riferimento agli ambiti di governo e alle funzioni di competenza e nel rispetto delle vigenti normative in material. Le amministrazioni che alla data avevano già ottemperato alla richiesta, dovevano in ogni caso aggiornare i piani alle nuove direttive sui vari rischi, utilizzando le linee guida pubblicate sul sito del Dipartimento Regionale di Protezione Civile.
La mancata stesura del piano di Protezione Civile porterà, con ogni probabilità, a nuove polemiche e a nuove incriminazioni a carico degli amministratori locali. Non c’era “solo” la possibilità di abbattere la villa abusiva, ma la mancanza del piano di emergenza ha reso di fatto impossibile l’evacuazione delle persone che in quella casa-vacanze, in quell’ansa del torrente, non ci dovevano neppure essere.
Il fiume Milicia è esondato a seguito delle consistenti piogge previste dai sistemi meteorologici, che avevano portato la Protezione Civile regionale ad emettere una serie di allerte rosse e gialle per tutta l’area anche il 3 novembre. L’esondazione notturna del torrente ha spazzato via una villa in contrada Dogali Cavallaro, provocando la morte di nove appartenenti quasi tutti allo stesso nucleo familiare. Si sono salvate solo le persone che sono andate a prendere i dolci in paese. La più giovane delle vittime è Rachele Giordano, di appena un anno. Gli altri deceduti sono stati Federico Giordano, 15 anni, Stefania Catanzaro, 32 anni, Antonino Giordano, 65 anni, Matilde Comito, 57 anni, Marco Giordano, 32 anni, Monia Giordano, 40 anni e Francesco Rugò, 3 anni, Nunzia Flamia, 65 anni.
Ad oggi, in Sicilia, sono solo il 49% le amministrazioni che hanno pianificato cosa va fatto in caso di emergenza o allerta meteo. Ecco i dati dal sito della Protezione Civile