Come affrontare una maxi-emergenza? La formazione è la fondazione di tutto
Cosa deve fare il soccorritore durante una maxi-emergenza? Soltanto il training e le esercitazioni fanno capire bene le procedure e i percorsi delle istruzioni. Protezione Civile, Associazioni di Volontariato, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia Locale nel territorio di Trecenta hanno dato vita ad una simulazione multiscenario molto interessante.
Cosa fare in caso di maxi-emergenza? Non sempre è facile capire le necessità operative, come attivarsi, cosa fare, quanti mezzi mettere mettere in campo. Ma soprattutto possono essere diversi gli scenari con più vittime, nello stesso contesto. Per questo la Protezione Civile della Regione Veneto, unitamente a molte realtà operative del territorio, hanno testato sul campo diversi scenari di calamità ed incidenti, dove figuranti interessati ai soccorsi hanno finto ferite e atteggiamenti di panico.
Oltre alla Protezione Civile del Veneto, sono entrati in gioco i Carabinieri della Compagnia di Castelmassa con il Comandante Cap. Andrea Pezzo e della Stazione di Trecenta (comandante Mar. Capo Maurizio d’Aiello), i Vigili del Fuoco di Rovigo, la Polizia Locale di Trecenta e le associazioni di volontariato provenienti da molte zone del Veneto.
La simulazione è iniziata venerdì scorso, quando nelle campagne della zona di Trecenta è stato costruito uno scenario post terremoto con sfollati, dispersi e ustionati. Immediato l’allarme e l’intervento di ambulanze e Protezione Civile, con conseguente trasporto presso il Punto Medico Avanzato prontamente allestito nella zona più sicura, e completato con cucina da campo per la popolazione, stazione di ponte radio, segreteria di coordinamento operativa, e tende di prima accoglienza.
Gli altri scenari, tutti organizzati nella zona pianeggiante e ricca di corsi d’acqua fra Trecenta e Castelmassa, hanno permesso di testare l’intervento congiunto di 118, Carabinieri e Vigili del Fuoco: l’incidente stradale con feriti incarcerati è stato arricchito dalla simulazione di un cicloamatore sbalzato dalla sella, e quindi dalle conseguenti procedure di centralizzazione sanitaria.
La cooperazione tra le varie forze in campo ha mostrato quanto sia indispensabile mantenere i propri ruoli e collaborare anche ai fini della sicurezza sulla scena, ma anche essere versatili nell’aiutarsi a spostare le varie vittime ed agevolare l’uno il lavoro degli altri. I professionisti non sanitari sono stati coinvolti nella movimentazione, così come ai soccorritori volontari è stato spiegato ogni passaggio svolto da Vigili del Fuoco e Carabinieri.
Durante la notte altre emergenze simulate hanno tenuto impegnato il personale, che ha avuto a che fare con una donna in evidente stato di gravidanza, simulando il recupero all’interno di una abitazione crollata.
Vista la morfologia del territorio, non è stato lasciato da parte il tema delle emergenze fluviali e del rischio annegamento. La mattina di sabato 15 giugno, in uno specchio d’acqua della zona, i volontari ed i team di soccorso abilitati al recupero in acqua hanno svolto simulazioni di soccorso a persone con principi di annegamento. Il lavoro di squadra ha permesso di coinvolgere anche i cani da soccorso e le moto d’acqua con personale FISA (Federazione Italiana Sport Acquatici). La centrale 118 e il coordinamento della Protezione Civile hanno aumentato il tasso di difficoltà aggiungendo alla simulazione di una barca ribaltata anche la presenza di dispersi in un bosco vicino al fiume. Sono così state attivate le unità a cavallo della Associazione Nazionale Carabinieri, per una ricerca dispersi. L’esercitazione si è conclusa nella serata di sabato e sarà oggetto di debrifing, al fine di migliorare l’aspetto organizzativo in caso di maxi emergenza e sarà oggetto di altri eventi formativi congiunti.
Hanno partecipato all’iniziativa:
- Adige Soccorso di Masi (PD) (anche con i truccatori)
- Volontariato Barbara di Occhiobello
- CSSA di Spinea
- Croce Verde Mestre
- Blu soccorso di Lusia
- FISA di Treviso
- Scuola Cinofila “Il Cane”
- 21 Emerform