Gastrite: che cos'è, quali sono i sintomi e cosa bisogna fare

La gastrite consiste nell’infiammazione della mucosa che riveste internamente lo stomaco. Questa infiammazione (o flogosi) può essere di entità variabile dal semplice arrossamento (iperemia) a piccole escoriazioni (erosioni)

Le cause della gastrite sono alcuni fattori aggressivi sulla mucosa come i farmaci (in particolare gli antinfiammatori) e la contaminazione da Helicobacter Pylori, un batterio che si localizza caratteristicamente nello stomaco.

Quali sono i sintomi di gastrite

La gastrite spesso è asintomatica; quando presenti, i sintomi sono: digestione difficile (dispepsia) con senso di ripienezza post-prandiale, nausea, bruciore e/o dolore alla parte centrale dell’addome, in alto (epigastrio) o al centro (mesogastrio). Più raramente è presente vomito, spesso alimentare, ma a volte anche a digiuno.

A volte il dolore si riduce o scompare dopo mangiato.

Gli esami da fare in caso di gastrite

Quando sono presenti sintomi suggestivi di gastrite, in soggetti giovani, la prima cosa da fare è la ricerca dell’Helicobacter Pylori che può essere eseguito sulle feci, o con il Breath Test (test del respiro), in cui il paziente, dopo avere bevuto una particolare soluzione contenente urea radioattiva, deve semplicemente soffiare in una provetta.

L’aria così emessa verrà poi analizzata per verificare la presenza del microrganismo.

Un altro test per la dimostrazione della contaminazione da Helicobacter Pylori, è la ricerca di anticorpi anti-HP che viene eseguita su sangue, ma che può essere effettuata anche sulla saliva o su feci.

Se i sintomi insorgono dopo i 45 anni di età è, invece, opportuno effettuare una esofago-gastro-duodenoscopia o EGDscopia.

Ciò perché, in tali pazienti, la sintomatologia potrebbe essere espressione di altre e ben più gravi patologie (tumore gastrico).

Inoltre con l’endoscopia, effettuando dei prelievi di mucosa gastrica, è possibile dimostrare anche la presenza di Helicobacter Pylori nello stomaco.

Complicazioni della gastrite

La gastrite acuta guarisce alla eliminazione dell’agente causale (farmaci o stress).

Le forme croniche rimangono, per lo più stabili negli anni con periodi di riacutizzazione sintomatica e periodi di benessere.

La gastrite può, raramente, complicarsi per comparsa di emorragia che può evidenziarsi con melena o ematemesi o sviluppo di neoplasie cioè il carcinoma e il linfoma gastrico.

Terapie per la gastrite

Molto importante, nella terapia della gastrite, è la riduzione della acidità gastrica.

Ciò può ottenersi con farmaci Anti-H2 (tipo ranitidina) o Inibitori della pompa protonica (tipo omeprazolo), oppure con Antiacidi (idrossido di alluminio e di magnesio) che hanno la funzione di tamponare momentaneamente l’acidità.

Anche utili sono i Protettori di mucosa (tipo sucralfato) e le Prostaglandine (tipo misoprostol).

Gli Antibiotici (tipo amoxicillina, claritromicina), in associazione agli inibitori di pompa protonica, si utilizzano per eliminare l’infezione da Helicobacter Pylori.

I consigli più semplici da dare a pazienti affetti da gastrite sono:

  • non è necessario seguire una dieta particolare (è inutile la cosiddetta ‘dieta in bianco’ un tempo frequentemente consigliata);
  • è sicuramente dannoso fumare sigarette;
  • è utile ridurre il consumo di alcolici, caffè e the;
  • è assolutamente da evitare l’uso di farmaci gastrolesivi (tipo antinfiammatori, cortisonici, ecc);
  • è opportuno seguire scrupolosamente una terapia appropriata.

Per approfondire:

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