Warning sulla clorexidina: ombre sul business del disinfettante
WASHINGTON – La FDA americana ha pubblicato sul proprio sito web un warning legato al disinfettante clorexidina, un prodotto che si trova principalmente in ospedale, nelle ambulanze (il classico lavamani) e ormai anche nelle salviette pulenti e disinfettanti per bambini. Questo prodotto (antisettico e biocida) ha fatto emergere nel tempo una abnorme percentuale di reazioni allergiche, fra le quali sono state segnalate due reazioni mortali, probabilmente – si legge nell’agenzia Reuters – legate al prodotto chimico.
Negli Stati Uniti le reazioni allargiche segnalate sono passate dalle 85 (2007-2014) a 183 (2015), salendo ulteriormente nell’ultima rilevazione a 226 (2016). Questa crescita ha fatto scattare una serie di controlli da parte della FDA. L’autorità americana ha sottolineato che non riceve segnalazioni per ogni evento avverso, e che non tutti gli episodi allergici sono necessariamente dovuti al prodotto. I dati però hanno suggerito alla FDA cautela: 120 casi di anafilassi o shock, 325 casi di irritazioni, eritemi o ustioni chimiche, e 48 eventi che hanno messo a repentaglio la vita dei pazienti, con 7 eventi mortali, non possono passare sotto silenzio.
Il mondo dell’industria farmaceutica ha preso le difese del prodotto, dicendo che gli eventi sono comunque rari rispetto all’uso diffuso che se ne fa. Oggi nel mondo sono venduti quasi 8 miliardi di dollari di prodotti a base di clorexidina, e negli Stati Uniti non c’era stata una valutazione attenta come invece era già avvenuto qualche anno addietro in Europa. I rischi della clorexidina erano già stati sottolineati dall’inglese Medicines & Healthcare Products Regulatory Agency con un avviso di reazioni anafilattiche nei confronti del prodotto già nel 2012. La statistica europea parla di eventi avversi da clorexidina cresciuti da 14 (2007) a 117 (2016).
Sage, un’azienda americana che produce salviette imbevute di clorexidina tra le più diffuse negli USA, ha dichiarato che aggiungerà un’avvertenza nell’etichetta dei suoi prodotti. Gli antisettici e i disinfettanti sono fondamentali per il settore sanitario. Questi prodotti riducono ai minimi termini il numero di batteri che possono essere trasmessi da un sanitario ad un paziente per contatto, o trasportati ad altri pazienti nello stesso reparto o tramite l’ambulanza. L’uso di un prodotto per pulirsi le mani, e l’utilizzo dei guanti, previene le infezioni crociate ed è uno dei passaggi fondamentali per una buona igiene. Negli ultimi anni però, diversi studi si sono concentrati sulla clorexidina, per capire se l’uso di un solo biocida disinfettante come la clorexidina, possa far emergere un aumento della antibiotico resistenza e quindi un rischio di infezioni più gravi e difficili da trattare.
Ma non c’è solo il lato sanitario in questa storia. Oggi i prodotti a base di clorexidina per disinfettare cubano 5,6 miliardi di dollari di fatturato. Entro il 2020 gli analisti hanno predetto una crescita mostruosa, con un +40% e un giro mondiale per 7,9 miliardi di dollari. Pare – riporta sempre Reuters – che alcune aziende abbiano finanziato molti degli studi che dimostrano l’efficacia dell’uso della clorexidina prima degli interventi chirurgici, ed è un fatto che – nel 2014 – il dipartimento di giustizia americano abbia condannato un’azienda a pagare 40,1 milioni di dollari per tangenti a un componente del comunicato NQF, incaricato di sostenere gli standard di cura e “incoraggiato” a consigliare l’uso dei prodotti a base di clorexidina.
Secondo Martin Blaser, del Dipartimento di Microbiologia della New York University è ancora impossibile dire se il lavaggio quotidiano con questo potente biocida sia giusto o efficace. L’uso indiscriminato piuttosto, secondo l’esperto, potrebbe innescare la resistenza a batteri patogeni o uccidere quelli benefici, con conseguenze pericolose. Studi recenti hanno per esempio dimostrato che alcuni batteri resistenti ad antibiotici hanno la capacità di sviluppare resistenza alla clorexidina. Come il caso della Klebsiella pneumoniae, che avrebbe sviluppato resistenza all’antibiotico colistina dopo essere stata esposta a clorexidina. Mentre uno studio pubblicato sul Journal of American College of Surgeons a marzo ha trovato un aumento delle infezioni tra i pazienti disinfettati con clorexidina prima dell’intervento all’ernia, una delle operazioni più frequenti negli USA.